LE DUE VELOCITA'


SI PARLA DI POLITICA, NAZIONALE O LOCALE, IN
MANIERA SATIRICA O SERIOSA.
SI CERCA DI NON
OFFENDERE NESSUNO E SE CAPITA CE NE SCUSIAMO SIN DA SUBITO.

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lunedì 23 marzo 2009

ROBERTO MENIA... ORGOGLIO MILITANTE!



"Io ho quello che ho donato. Ho ricevuto piu' di quello che ho donato e voglio continuare a donare anche nel nuovo partito, ma il sentimento della politica come dono di se' e servizio sia il viatico per ognuno di noi per essere degni di quelli che ci hanno lasciato, che hanno seminato e non hanno potuto raccogliere, come noi raccogliamo".

Lo ha detto Roberto Menia, deputato di AN e fra i critici di un percorso giudicato troppo affrettato verso il partito unico del Pdl, strappando un'autentica ovazione al termine del suo intervento al congresso di AN alla Fiera di Roma.

Il discorso di Menia, molto partecipato e commosso, e' stato piu' volte applaudito.

Diversi i passaggi che hanno riscosso il sostegno caloroso della platea: "quando iniziammo la strada di Alleanza Nazionale fu gia' una pagina difficile da chiudere, pero' stavamo andando a costruire una casa piu' grande, di una destra plurale e comprensiva. Ho creduto a quel sogno ma nello stesso tempo ero convinto che eravamo noi a menare la danza". Oggi -prosegue Menia- prendo una posizione che e' risultata perdente, essendo piu' favorevole ad una via federalista nel centrodestra, ma ero e sono convinto che potevamo arrivare a quello che stiamo costruendo attraverso strade diverse, appunto un percorso federativo".

Tra l'altro, ha proseguito, assistiamo al paradosso "per cui mentre a livello istituzionale si va verso il federalismo, sullo scenario politico facciamo un'operazione esattamente inversa di riductio ad unum".

Menia si e' detto niente affatto convinto del percorso verso il bipartitismo ma soprattutto si e' domandato: "con quali regole, quanto di quello che stiamo facendo e' davvero voluto e condiviso e non piuttosto sentito come ineluttabile?".

Nel suo intervento Menia non ha negato le circostanze che impongono una riorganizzazione rapida, visto che il centrodestra deve affrontare presto le elezioni europee pero' ha sottolineato "questa operazione avviene davvero in fretta e voglio sperare che non sia all'insegna del grido 'viva il parroco' ma punti a qualcosa di piu', ossia la valorizzazione delle identita'''.

Perche' io non ho questa ansia di sciogliermi in niente.

Voglio -ha proseguito- che il Popolo della Libertà sia tale non solo nel titolo ma anche nelle regole interne.

Non mi piace essere un parlamentare nominato anziche' eletto e credo che nel partito debba emergere chi e' piu' bravo e non chi e' piu' vicino alla luce.

Non credo nemmeno che possa essere il capogruppo a votare per tutti", ha aggiunto, ricordando quanto affermato recentemente da Berlusconi durante l'assemblea dei parlamentari del Pdl allo scopo di velocizzare i lavori di Camera e Senato.

Al termine, la citazione tratta dall'epigrafe incisa sul Vittoriale dannunziano: "io ho quello che ho donato", che scioglie negli applausi e in un'emozione corale un'assemblea di un ultimo congresso che gia' qualcuno forse troppo frettolosamente aveva descritto come senza lacrime ed "ad occhi asciutti".


ORGOGLIO MILITANTE